Ciao!

Aldo era una forza della natura. Un uomo che riempiva ogni stanza con la sua presenza, che sapeva far ridere anche nelle giornate più grigie e che affrontava la vita con quella leggerezza che solo chi ha un cuore grande può permettersi. Era loquace, ironico, testardo e incredibilmente generoso. Sempre pronto a tendere una mano, ma anche a fare uno scherzo ben congegnato per rendere indimenticabile ogni momento.

Da ragazzo, ne ha combinate di tutti i colori. Come quella volta che, dopo una nevicata, con i suoi amici aveva deciso di lanciare palle di neve alle auto di passaggio, finendo per essere inseguito e costretto a rifugiarsi nel solaio per sfuggire alla "caccia all’uomo". O quando prese la macchina di suo padre per una notte brava, la distrusse, la riparò in tutta fretta in officina e poi, trovandola troppo pulita, la infangò di proposito per evitare sospetti. O ancora, la scena surreale in cui, con il Ciao della vicina, iniziò a girare intorno al tavolo da pranzo di casa, probabilmente sotto lo sguardo esasperato di qualcuno che aveva smesso di chiedersi perché.

Ma la sua energia non si fermava all’adolescenza. Da adulto, la sua capacità di divertirsi rimase intatta. All’uscita delle medie dei figli, si presentava con i lampeggianti accesi sulla macchina, gridando da fondo viale “sono qui”, come se non fosse già abbastanza evidente.
In officina, i clienti non erano solo clienti: erano complici involontari di scherzi, battute e aneddoti da raccontare a distanza di anni.

Dietro questa irriverenza, però, c’era un uomo profondamente buono, un padre presente, un marito devoto. Per noi figli è stato il rifugio sicuro, la certezza che, qualsiasi cosa accadesse, ci sarebbe sempre stato. Per nostra madre, era l’amore della vita, il punto fermo di ogni giornata.

La malattia ce lo ha portato via troppo presto, senza preavviso, senza possibilità di appello. E ci ha lasciati spaesati, con un silenzio assordante dove prima c’erano risate, rumore di attrezzi e scherzi inaspettati.

Ma lui non era il tipo da farsi dimenticare. Vive nei nostri gesti, nei racconti che ripetiamo con gli occhi lucidi e il sorriso sulle labbra. ​

Papà, ci manchi ogni giorno. Ma siamo certi che, da qualche parte, stai ridendo di noi mentre leggiamo queste righe con un nodo in gola. E probabilmente starai pensando che siamo dei sentimentali.

E hai ragione. Ma ti vogliamo bene, per sempre.

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E adesso, vogliamo che la sua storia lasci qualcosa di concreto: raccogliere fondi per la ricerca sulle malattie prioniche, perché nessun’altra famiglia debba vivere questa ingiustizia.